Il carretto siciliano, come lo conosciamo noi, nasce intorno al 1830/1840 durante un periodo di forte cambiamento economico dell’isola in cui furono fatte importanti infrastrutture quali porti e strade che portò ad una nascita di un nuovo tipo di commercio e scambi di merci.
Questi nuovi commercianti e trasportatori avevano il bisogno di massimizzare le loro vendite nei vari paesi in cui erano diretti così pensarono ad una sorta di operazione di marketing ante litteram facendosi decorare tutto il carretto solo ed esclusivamente per attirare l’attenzione su di loro; dopo divennero mezzi di passione come lo diventeranno le macchine di lusso o da corsa portando la decorazione al suo massimo splendore.
All’interno della costruzione del carretto ci sono ben quattro maestranze, il costruttore della parte in legno, il fabbro che faceva le parti in ferro, l’incisore o scultore del legno e infine il pittore che è la figura più importante nella realizzazione del carretto perché era, insieme al costruttore colui che firmava l’opera.
La pittura del carretto è molto popolare e naif e deriva dai cosiddetti “pinci santi” o pittori di immagini votive su vetro o legno.
Due sono gli stili pittori più importanti nel carretto: il Palermitano che ha una forte presenza del giallo e il Catanese con il rosso come suo colore principale.